Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 ATTO PRIMO
 
 Viale sacro di pini, diviso in più ordini, con tempio in lontananza.
 
 SCENA PRIMA
 
 TIRSI e CORINNA, FILENO e CLORI in disparte
 
 CORINNA
 
    M’ami pur?
 
 TIRSI
 
                            Se t’amo, o cara?
 
 CORINNA
 
 Aimè! Temo.
 
 TIRSI
 
                           O dio! Di che?
 
 CORINNA
 
    Del tuo cuor.
 
 TIRSI
 
                              Che ti è fedele.
 
 CORINNA
 
 Altre amasti, alma infedele.
 
 TIRSI
 
5Ma nessuna al par di te.
 
 CORINNA
 Temo l’esempio altrui. Tirsi fan noto
 Licori, Galatea, Dafne, Amarilli,
 Scilla, Aglauro e cent’altre
 adorate da lui, da lui tradite.
 TIRSI
10Mal ti conosci, o ninfa.
 Molte amai, non lo niego; in chi mi piacque
 una nera pupilla,
 in chi una bionda chioma, un bianco seno;
 qual mi allettò col labbro e qual col vezzo.
15In te tutto mi piace,
 vezzo, labbro, pupilla e chioma e seno.
 Amo tutte in te sola e tutto accolto
 veggio, per ben amarti,
 l’onor di più beltà dentro al tuo volto.
 FILENO
20Misero! Io che più spero?
 CLORI
 Misera! Io che più ascolto? (A parte)
 CORINNA
 Adulatrice lingua
 rado è fedele. Ah, Tirsi, Tirsi, io cerco
 il tuo amor, la tua fede
25più nel tuo cuor che ne’ miei lumi; tutta
 la gloria del mio volto è che tu l’ami.
 TIRSI
 Poicché presi ad amarti e fu dal primo
 momento in cui ti vidi,
 dimmi, Corinna, dimmi, a chi mai volsi
30né pur furtivo il guardo? A chi giurai,
 come a te qui la giuro, eterna fede?
 Quando? Per chi ti fui spergiuro? Ah, cara,
 che più teme il tuo cuor? Che più richiede?
 CORINNA
 Poicché fedel mi sei, poicché mel giuri,
35Tirsi, t’apro il mio sen; prenditi il cuore,
 se ti piaccio qual sono;
 già mi fe’ tua co’ tuoi begli occhi amore.
 TIRSI
 O grato dono! O care voci! E come
 me non svena la gioia?
 FILENO, CLORI A DUE
                                            E me il dolore? (A parte)
 CORINNA
 
40   Certa già de la tua fede
 più contenta mi parto e più t’adoro.
 
    Più beltà l’occhio in te vede,
 più mi piace il tuo sembiante,
 più mi lega il tuo crin d’oro.
 
 SCENA II
 
 FILENO, CLORI e TIRSI
 
 FILENO
45Tirsi, ragion ben hai d’esser sì lieto
 con l’amor di Corinna.
 CLORI
 E Corinna ha ragion d’andar giuliva
 con l’affetto di Tirsi.
 TIRSI
                                        Udisti, o Clori?
 Fileno, udisti? E qual di voi non crede
50che ’l mio cuor per Corinna
 arda tutto d’amor, tutto sia fede?
 FILENO
 Poicché tu lo giurasti...
 CLORI
                                            E ch’io t’udii...
 FILENO
 Chi dubitar ne può?
 CLORI
                                        Chi può temerne?
 FILENO
 La tua beltade, o ninfa. Ah, se volevi
55ch’io per Corinna ardessi,
 non bisognava, o Clori,
 mostrarmi gli occhi tuoi con tanta luce.
 CLORI
 
    Quanto in amor
 è folle chi ti crede,
60bel labbro ingannator.
 
    Tu giuri fede
 ma non la serba il cuor.
 
 Teco parlo, o spergiuro. Or or tu vieni
 né già fui sorda o cieca...
 TIRSI
                                               O quante volte
65mal si accorda col labbro il cuor che tace!
 Io simulo a Corinna,
 misera, e ’l crede? ardenti affetti; e sola,
 sola, Clori, tu sei la mia gran fiamma.
 Le sospiro sugli occhi e sono tuoi
70que’ sospiri e non suoi.
 Le giuro fede e i giuramenti miei
 per te ’l cuor concepisce e non per lei.
 CLORI
 Fede non trova mai lingua bugiarda.
 Tu non m’ingannerai.
 TIRSI
 
75   Occhi belli, astri amorosi,
 io vi adoro e nol credete.
 
    Se languisco, occhi vezzosi,
 siete voi che m’uccidete.
 
 CLORI
 M’ami?
 TIRSI
                  Ancor ne paventi?
 CLORI
80Vuoi ch’io creda al tuo amor?
 TIRSI
                                                        Qual più t’aggrada,
 dura legge m’imponi.
 A l’opre il crederai, se ’l nieghi al labbro.
 CLORI
 Pensa a quanto prometti.
 TIRSI
                                                 A me di fato
 serviranno i tuoi cenni.
 FILENO
85Se rival non m’è Tirsi, io son beato. (A parte)
 CLORI
 Sugli occhi miei, su le mie luci istesse
 vo’ che sprezzi Corinna e a me favelli
 de l’amor tuo Tu impallidisci? E taci?
 Ben io sapea...
 TIRSI
                              Sì poco chiedi.
 CLORI
                                                           Tanto
90mi basta.
 TIRSI
                     E m’amerai?
 CLORI
                                               Più che me stessa.
 TIRSI
 O soave mercede!
 CLORI
 O contenti!
 FILENO
                        O speranze!
 TIRSI, CLORI
                                                                o Clori.
                                               Ascolta,
                                                                o Tirsi.
 
 TIRSI
 Serba tu la promessa.
 CLORI
                                          E tu la fede.
 
    Tanto mi sarai caro
95quanto sarai fedel.
 
    Mi piace il bel chiaror
 ch’è ne’ tuoi lumi accolto;
 ma miro anche il tuo cuor.
 Non potrò amare il volto
100se il cuor sarà infedel.
 
 SCENA III
 
 FILENO e TIRSI
 
 FILENO
 Tirsi, benché infedel, forza è ch’io ’l dica,
 hai gran sorte in amor.
 TIRSI
                                             Fileno, appunto
 da l’inconstanza mia vien la mia sorte.
 FILENO
 Merto è dunque una colpa?
 TIRSI
105Pianger per un sol volto e in più sospiri
 divider l’alma è una follia, che solo
 perché troppo si apprezza
 superba è la bellezza.
 FILENO
 Un vero amor si pregia
110di constanza e di fede.
 TIRSI
 Titoli vani, inutili tormenti.
 Dove si vide mai
 pascersi d’un sol fior l’ape ingegnosa?
 Quando cervo assetato
115d’un’onda sola si compiacque? E quando
 l’augel su un ramo solo
 posò le piume a meditarne il volo?
 FILENO
 Te felice, o pastor, cui versa in seno
 senz’altro affanno i suoi contenti amore.
120Misero, io solo peno
 per Corinna che t’ama;
 e ’l tuo amor me la toglie. Ah, volgi altrove
 l’occhio e ’l pensier. Sien di te vaghe quante
 ninfe ha l’Arcadia. Io non t’invidio. Sola,
125sola Corinna...
 TIRSI
                             A Clori
 già rivolti ho gli affetti.
 Non mi avrai più rival. Dal nuovo ardore
 spento è l’antico; e i lacci
 solo cambiai ma non infransi al cuore.
 FILENO
 
130   Lascia d’amar chi adoro;
 poi godi a tuo piacer
 mille beltà.
 
    Né ’l cuor de’ tuoi contenti
 avrà martoro;
135né l’alma al tuo goder
 s’attristerà.
 
 SCENA IV
 
 TIRSI
 
 TIRSI
 Ardo per Clori e per Corinna avvampo
 ma d’un ardor che non mi strugge il cuore.
 Questo e ’l diletto mio,
140volger i miei pensieri a mille oggetti,
 molti adescarne e non amarne alcuno.
 Ne le città più grandi
 questo è l’uso d’amar. Così quest’alma
 l’antica libertà gode e riserba;
145e con quest’arte meco
 non giova a la beltà l’andar superba.
 
    Chi sa ben fingere con la beltà
 ha un’arte scaltra per farsi amar.
 
    Se n’ama alcuna senza pietà,
150ne cerchi un’altra per non penar.
 
 SCENA V
 
 DAFNE
 
 DAFNE
 Tirsi, ah, mio Tirsi, ascolta.
 Ferma. Dafne son io, quella che un tempo
 fu l’idol tuo, quella che amasti, iniquo;
 ma no che non m’amasti. Il tuo, più tosto
155che amor, fu tradimento,
 dal tuo cuor conceputo
 per sentire il piacer del mio tormento.
 
    Perché piangete tanto,
 pupille, e vi affligete?
 
160   Cessate... Ah, no, se l’empio
 ricerca il vostro pianto,
 piangete pur, piangete. (È interrotta da allegro concerto di stromenti pastorali)
 
 Ma qual suono giulivo?
 M’è tolta ancor la libertà del pianto. (Si ritira e va ad appoggiarsi ad un albero in atto di piangere)
 
 SCENA VI
 
 NICEA, CLITIA, SILVIA, ALISA, DAFNE, ninfe e pastori che suonano e danzano
 
 CORO DI NINFE
 
165   Su a cantar, ninfe e pastori.
 Su a danzar. Che più si sta?
 
    Di lieti onori
 diam tributo alla beltà.
 
 NICEA
 Dafne, così pensosa? In dì sì lieto,
170sacro a Bacco e ad Amor, tu sola spargi
 lagrime inopportune?
 DAFNE
                                           Amiche ninfe,
 non ride il ciglio, alor che piange il cuore.
 Come poss’io gioir, tradita amante
 dal mio Tirsi incostante?
 NICEA
175Misera ma più stolta!
 S’io trovassi pastor qual è ’l tuo Tirsi,
 lo tradirei tradita.
 SILVIA
 Nol curerei negletta.
 CLITIA
 E sarebbe il disprezzo
180con quell’alma infedel la mia vendetta.
 DAFNE
 Se lo strale d’amor fisso è ne l’alma,
 invan lo scuoti; e a la crudel ferita
 il balsamo è velen. Cresce ne’ mali
 la rabbia del dolor, se vuoi sanarlo;
185e serve a sì gran duolo
 d’un barbaro conforto il pianto solo.
 NICEA
 Tu ricerchi e nol vedi
 argomenti al tuo affanno. Eh fuga omai
 Tirsi dal seno tuo.
 DAFNE
                                    Vorrei né posso.
 NICEA
190Lascia chi ti lasciò.
 DAFNE
                                     Mel vieta amore.
 NICEA
 Non consumar piangendo
 la giovinezza tua.
 DAFNE
                                  Perdi i consigli.
 CLITIA
 Dunque, poicché t’aggrada,
 col tuo dolor rimanti.
 DAFNE
195Ubbidisco al mio fato.
 A QUATTRO
 Io vo’ star sempre in gioie.
 DAFNE
                                                   Io sempre in pianti.
 NICEA, DAFNE A DUE
 
                                      ridere
    Sempre m’invita a
                                      piangere
 
              gentile
 nume                 Amor.
             crudele
 
            solo
    Ei              ha godimento
           forse
 
200non
           pascer di tormento
 sol
 
 il tenero
                    mio cuor.
 il misero
 
 CORO DI NINFE E PASTORI (Con suono, canto e ballo)
 
    Su a cantar, ninfe e pastori.
 Su a danzar. Che più si sta?
 
    Di lieti onori
205diam tributo alla beltà. (Segue la danza)
 
    Ogni cuor in sì bel giorno
 lodi amor col suo brillar.
 
    Né qui d’intorno
 labbro s’oda a sospirar.
 
 Fine del primo atto